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  • Immagine del redattorePolimnia

Due parole con Bruna Couture!

Aggiornamento: 19 dic 2022


L'Ensemble Polimnia nei costumi disegnati da Bruna Couture per Suor Angelica

Dopo la prima prova costume mi avvicino alla stilista Bruna Couture e le chiedo se posso porle qualche domanda.


Come si è avvicinata al mondo della moda o della sartoria in generale? È stato un avvicinamento casuale o un sogno perseguito sin dall’infanzia?


Questo mio lavoro per me è il mio sogno da bambina. Quando ero piccolissima, mia mamma la sera si metteva a ricucire bottoni o a rammendare qualcosa e mi diceva che io piangevo sempre disperata perché volevo assolutamente cucire e toccare l’ago. Ero talmente piccola che non poteva darmi l’ago e anzi era costretta a mettermi a letto prima di cucire perché se no, diceva lei, la facevo impazzire. Alla classica domanda che si fa ai bimbi piccoli, “cosa vuoi fare da grande”, ho sempre risposto che avrei fatto la stilista di abiti da sera, di abiti da sposa. Questo lavoro mi scorre nelle vene.


È un percorso complesso da affrontare al giorno d’oggi?


Non è facile, assolutamente. Al di là del fatto che ci vogliono anni per riuscire ad avere un’esperienza, è poi necessario avere bravura e fortuna per riuscire effettivamente in questo lavoro. Essendo uscita molto bene dal mio percorso di studi ho avuto l’opportunità di lavorare per grandi marchi come Valentino, Armani, Versace e questo mi ha permesso di avere un’elevata formazione. È stato bello vedere abiti cuciti da me sfilare alla Trinità dei Monti o comparire sulle riviste, ma ho sempre pensato che nonostante fosse un lavoro fatto da me, alla fine, non fosse completamente mio, che mancasse il mio nome. Andando avanti ho deciso di formarmi al massimo delle mie possibilità per poter iniziare un percorso che si concentrasse sulla mia mente creativa e sul mio marchio personale.


Ha già avuto esperienze da costumista per il teatro?


Sì, ho già lavorato nell’ambito dei costumi teatrali, spesso più complessi di quelli che faranno parte della vostra produzione.


Fra i personaggi di Suor Angelica spicca la Zia Principessa, unica figura nell’Opera a condurre la sua vita al di fuori del monastero. Si è cercato di enfatizzare questo suo distaccamento dagli altri personaggi tramite il costume? Ci sono accortezze nel costume che enfatizzino le caratteristiche del suo personaggio?


Sì, la Zia Principessa è effettivamente distaccata da tutti gli altri personaggi dell’Opera e volevo che il suo costume rispecchiasse questa fondamentale differenza fra lei e l’ambiente monastico. Indossa un tailleur pantalone con casacca in seta di un colore appariscente, diverso da quello della divisa delle suore, e lo stesso tessuto utilizzato per il confezionamento del vestito sarà riportato sulla borsa. È stato scelto nel colore, nel taglio e nell’eleganza per staccarsi completamente da tutti gli altri costumi.


di Giulia Ferri

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