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Un indimenticabile ritratto


“Amadeus” è uno dei primi film legati alla musica che mi fecero guardare i miei genitori, da buoni musicisti quali sono, e che da subito mi accese la scintilla di curiosità che mi introdusse alla realtà della musica.

Siamo nella Vienna libertina del ‘700 dove il giovane Wolfgang Amadeus Mozart, nonostante la personalità sfacciata e rozza, incanta con la sua originalità e la sua musica sublime l’ambiente della corte illuminata di Giuseppe Secondo. Il suo clamoroso successo però provoca la terribile invidia del compositore di corte, Antonio Salieri, il quale ricorrerà ad ogni mezzo pur di liberarsi per sempre del suo rivale.

L'intera vicenda è ricostruita in flashback tramite il racconto del maestro Salieri, che ormai anziano e succube della propria follia, dalla cella del manicomio nel quale è rinchiuso rievoca gli eventi di un passato che non ha mai cessato di tormentarlo.

La trama contrappone vicende che fanno luce sulla vita privata dell’artista e del suo amore per Constanze Weber, a scene che riprendono la sua vita da giovane compositore quando scrive alcune tra le sue opere più celebri: Le Nozze di Figaro, il Dongiovanni e il Flauto Magico, fino al Requiem, che fa da contrappunto ai momenti finali della sua vita.

L’obbiettivo del film Amadeus, diretto nel 1984 dal regista ceco Milos Forman, non è solamente quello di raccontare la biografia (romanzata, ovviamente) di uno dei più grandi e leggendari artisti della storia della musica. Al contrario, il film prende spunto dagli oscuri retroscena legati alla morte di Mozart per delineare un indimenticabile ritratto dell'uomo che con la sua musica seppe incantare il mondo intero.

Per l’avvincente storia narrata e per l’interpretazione di un Mozart bizzarro, originale e un po’ folle, si potrebbe dire che il film sia stato messo a punto sia per i più grandi appassionati della musica classica sia per chiunque voglia approcciarsi per la prima volta in diversa maniera al mondo mozartiano.


di Costanza Falcinelli

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