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Due passi con Nicola Porpora

Aggiornamento: 18 mag 2022


La messa, oltre al significato di celebrazione eucaristica, prese nel tempo anche un significato musicale. Venne così a crearsi una gerarchizzazione dei canti sacri, distinguendoli in Proprium (la parte più antica e originale) e Ordinarium, canti dal testo fisso e dall’assetto musicale omogeneo, per lo più polifonico, dalla forma unitaria e ciclica. A questo secondo gruppo venne attribuita molta più importanza, diventando l’ambita meta dei musicisti da chiesa dal tardo Medioevo in poi.

Nella prima metà del Settecento, musica a cappella e musica concertata, polifonia e monodia, stile antico e stile moderno coesistono e si mescolano, così la musica sacra tende a perseguire uno stile autonomo caratterizzato da una certa solennità e sobrietà espressiva. Questa tendenza diede vita alla Messa Cantata, formatasi e consolidatasi a Napoli, dove era ancora presente la musica contrappuntistica rigorosa, coltivata da compositori di formazione napoletana come Alessandro Scarlatti, Francesco Durante, Leonardo Leo e Francesco Feo. Da Durante in poi si stabilizzò la forma della Messa di scuola napoletana, consistente nel concentrare il maggiore sforzo contrappuntistico nel Kyrie, alternando poi nel Gloria in parti eque il trattamento corale omofonico, contrappuntistico e fugato, l’aria solistica e il pezzo concertato d’insieme. Si impose intorno agli anni Trenta la struttura della Missa brevis (= “parziale”), che prevede un Kyrie tripartito dopo un’introduzione orchestrale e un Gloria suddiviso in molti episodi autonomi, con una schematizzazione del testo piuttosto varia. G.B. Pergolesi confermò questo schema, apportandovi aggiornamenti in campo melodico e armonico e definendo il ruolo dell’orchestra.

È in questo contesto che Nicola Porpora scrive la Messa in Re maggiore che si può ascoltare per intero qui:



La biografia di Nicola (Antonio, Giacinto) Porpora è emblematica: nasce a Napoli il 17 agosto 1686, figlio di un libraio benestante. La bottega dei Porpora confina con la bottega di un altro libraio, Antonio Vico, padre di Giovan Battista (nato nel 1668, 18 anni prima del Nostro). Dal 1696 frequenta il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo dove riceve un’istruzione musicale e letteraria. Dopo circa tre anni, grazie ai servizi musicali svolti in nome del Conservatorio, è in grado di mantenersi agli studi. Nel 1708, a 22 anni, l’esordio come operista: Agrippina, rappresentata al Palazzo Reale. Dal 1711 al 1725 è Maestro di Cappella del principe Filippo d’Assia Darmstadt; nel 1713 è Maestro di Cappella dell’ambasciatore del Portogallo. Dal luglio 1715 al 1722 è attivo quale maestro al Conservatorio di S. Onofrio, ma già dal 1712 aveva insegnato canto, e dalla sua scuola verranno fuori i leggendari virtuosi Carlo Brioschi (Farinelli), Antonio Hubert (Porporino), Gaetano Majorano (Caffarelli), Felice Salimbeni. Dal 1726 al 1733 insegna nella scuola di musica femminile dell’Ospedale degli Incurabili a Venezia. In quegli stessi anni le sue opere sono rappresentate in tutta Europa. Nel 1733 è chiamato a Londra come compositore all’Opera of the Nobility. Nel 1738 ritorna a Napoli, dove riceve commissioni dai massimi teatri della città e riprende l’insegnamento al S. Onofrio, fino al 1742, quando diviene direttore del Coro dell’Ospedaletto dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia. Cerca di rientrare a Napoli come Primo Maestro della Regia Cappella, ma non vi riesce e allora decide di seguire l’ambasciatore veneziano a Vienna e, nel 1747, a Dresda, dove avrà come allieva la principessa Maria Antonia Walpurgis. Fra i suoi allievi figura anche il nome di Franz Joseph Haydn.

Nel 1748 è nominato Kappellmeister e si dedica soprattutto alla musica sacra. Quando, a causa della sconfitta della Sassonia nella Guerra dei Sette Anni, perde l’incarico e il sostentamento finanziario, dopo vari tentativi di ottenere una pensione, ritorna a Napoli, dove insegna ancora. Interrotte le attività nel 1761, vive in stato di indigenza e muore di pleurite il 3 marzo 1786. Le spese per i funerali vennero sostenute dalla Congregazione dei Musici.

Di Nicola Porpora abbiamo numerose opere teatrali, cantate profane, serenate, musica sacra, mottetti, duetti e musica strumentale solistica e da camera.


di Irene Porpora Anastasio


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